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» I Re e gli Imperatori a Chieri «
Federico Barbarossa
Chieri, città fiera della propria libertà, ebbe il primo duro scontro con l'autorità imperiale, quando si rifiutò nell'autunno del 1154 di rendere omaggio a Federico I Hohenstaufen, detto Barbarossa. Come racconta Ottone di Frisinga, zio del Barbarossa, nella sua cronaca: "Mosse contro di loro l'esercito e i chieresi, abbandonate le difese, diffidando delle proprie forze, fuggirono nelle vicine colline".
L'Imperatore, venuto prima a Chieri e, avendo trovato viveri sufficienti per giorni, vi rimase; distrusse le torri e diede fuoco al borgo. Su ciò che avrebbe distrutto Federico, si potrebbe discutere all'infinito sta di fatto che se bruciò qualcosa, furono le case di legno della povera gente, non certamente gli edifici in pietra e mattoni.
Non abbattè il Duomo per­ché era Pio, ne le mura e il Castello che avrebbero richiesto parecchio tempo e non solamente giorni.
 
Enrico VII
L'incontro con Enrico VII Conte di Lussenburgo, fu per Chieri assai più propizio e molto meno drammatico.
Quando infatti il Monarca passò per Chieri ( 1310), egli volle addirittura incon­trarsi con il popolo e la gente si radunò
in piazza Mercadillo; precedente­mente il sovrano aveva ricevuto la sottomis­sione feudale di Chieri, nonche 100 marchi d'ar­gento.
Enrico VII concesse l'In­feudamento a Chieri e si impegnò a rifare il Libro degli Statuti  su cui la gente ripose tante speranze per il rinnovamento d'Italia, do­veva morire avvelenato, appena 3 anni dopo il suo ingresso a Chieri, il 24 agosto 1313 a Siena.
 
Carlo VIII di Francia
L'altro Re che transitò per Chieri fu Carlo VIII di Francia il 6 settembre 1494. Egli venne a Chleri, col l'astoso seguito di vescovi, nobili e soldati, accolto con onori regali dal patriziato e da tutti i ceti.
A Porta Vatro ( La Porta Torino attuale ), presso a poco all'Incrocio di viale Fasano con via Vittorio Emanuele, fu salutato con encomio in verai Irancesi, recitati a mente, da una fanciulla Loretta Tone.
Ricevute le chiavi della città per mano del vicario, il Re andò ad abitare nel Palazzo Solaro; Carlo, che soggiornò a Chieri, quella prima volta, per soli tre giorni, aveva 24 anni. Quando ritornò, nel 1495, scrisse a Chieri ben 25 lettere di argo­mento politico.
Tre anni dopo a soli 28 anni Carlo VIII morì.

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