Nel Trecento, e più esattamente tra il 1307 e il 1312, come attesta G.Merlo nel suo "Eretici ed Inqui 81 torl nella società piemontese del Trecento", l'Inquisitore Francesco Poca Paglia condanna alcuni Eretici Catari a Chieri. II che prova che l'eresia era già diffusa da qualche anno nella città e nel contado.
Secondo alcuni studiosi storici i Catari erano già insediati a Chieri negli ultimi decenni del 1200. I Catari, Eretici Medievali, detti anche Albigesi Bogomili ed in Italia Patarini diffusi soprattutto nella Francia settentrionale e meridionale, in polemica con la Chiesa, predicavano un rinnovamento morale basato sull'antitesi tra Bene e Male, spirito e materia e su un esasperato ascetismo per cui essi condannavano: il matrimonio, la procreazione, la proprietà privata, la guerra ecc.
Le notizie sul gruppo Cataro si ricavano dalle deposizioni rilasciate da due eretici, nel 1388, all'Inquisitore Antonio di Settimo, da Savigliano, nel Palazzo Vescovale di Torino; I due erano Antonio Galosna e Giacomo Bach. Da tali confessioni si apprende che i Catari si riunivano in "Agapi fraterne", dopo di che Spegnevano la luce dicendo: "Chi ha tenga" e uomini e donne stavano insieme, inoltre i presenti bevevano un intruglio, preparato da una certa Bilia la Castagna tale che, chi ne aveva bevuto una sola volta, non pote' va più lasciare il gruppo ( era forse droga ? ). Queste riunioni si svolgevano ad Andezeno e contava ben 50 adepti. A Chieri comunque fu condannato e bruciato sul rogo l'ultimo Cataro di cui si abbia notizia, circa la comunità locale: Giacomo Ristolassio, un fabbro farraio puro e onesto che venne giustiziato in Piazza Mercadillo il 9 marzo 1395. Per la verità vi fu ancora un'esecuzione di eretici, tra il 1413 ed il 1414, a Chieri anche se lo sventurato non era un Chierese ma un valligiano di Lanzo, certo Bartolomeo Bergi di Pesinetto, a riprova del legame sempre più stretto tra il movimento di dissidenza religiosa chierese è quello di val di Lanzo. |