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» Variante parziale 28: "interessi personali" e "liberalizzazione urbanistica" «
Decine d’interventi urbanistici, mesi di lavoro dell’ufficio tecnico e milioni di euro in ballo: tutto rimandato a causa di un errore tecnico.
 
Si vota l’ultima delle 39 controdeduzioni alle osservazioni presentate alla Variante parziale 28. Marina Arduino, consigliera della Lista per Chieri, schiaccia il pulsante per il voto favorevole ma la sua preferenza non viene conteggiata dall’impianto. Risultano quindi 14 consiglieri presenti più il sindaco Francesco Lancione: la maggioranza è al completo ma il consigliere Angelo Rubatto non partecipa al voto per evitare accuse di conflitto d’interessi con il suo lavoro d’ingegnere. Per l’opposizione, invece, vota solo Raffaele Furgiuele: tutti gli altri hanno già lasciato l’aula, esclusi un paio di consiglieri del Partito Democratico.

Perché una votazione sia valida, però, dev’essere presente la metà dei consiglieri, cioè 15. L’errore di Arduino fa quindi mancare il numero legale e invalida l’intera votazione: «Non l’ho fatto apposta: è un errore dell’impianto. Non si può rifare?» chiede più volte l’esponente della lista civica. Per ripetere la votazione, ci vuole il parere unanime dei capigruppo di tutte le formazioni presenti in Consiglio: il segretario comunale Paolo Morra li riunisce per discuterne ma, al termine dell’incontro, annuncia il rinvio del punto all’ordine del giorno. Rivotare sarebbe un rischio dal punto di vista burocratico: «Ci sono dei consiglieri assenti che potrebbero fare ricorso perché non consultati – considera Morra – E poi ci sono tutti i cittadini che hanno presentato le osservazioni». Niente da fare, quindi: il sindaco Francesco Lancione s’interroga per l’ennesima volta sui numeri esigui della sua maggioranza. Non basta neanche l’appoggio esterno di Vincenzo Cucci e Piercarlo Benedicenti per garantirgli la maggioranza.
 
Il più deluso è Cravero: a causa di questi problemi, l’assessore all’urbanistica vede posticipare la conclusione di un lavoro di mesi. Ma solo di una settimana: la maggioranza, per quanto esigua e traballante, si attiva subito per organizzare un altro Consiglio comunale, previsto per venerdì 11 ottobre. Appuntamento in un orario inconsueto, alle 17,30, con Fasano e Olia che chiedono senza successo di posticiparlo al solito orario delle 19,30 per dar modo a tutti di parteciparvi: l’obiettivo è rivotare rapidamente le 39 controdeduzioni e licenziare finalmente la Variante urbanistica.

Ma perché tanta fretta? «Perché in ballo ci sono tanti interessi personali, in particolare di chi ha votato questa maggioranza – è l’opinione di Antonio Maspoli, consigliere del Pd – E lo hanno anche scritto nella risposta alle osservazioni, facendo diventare una regola quella prassi». In dieci casi, in effetti, si legge: «L’interesse pubblico coincide con quello della comunità che rappresenta quella porzione di territorio e che ha scelto una particolare forza politica per rappresentarlo e portarlo a compimento attraverso le opportune azioni amministrative». Come a dire che si cerca di accontentare chi ha votato il Centrodestra.
 
La maggioranza nega, intanto la frase resta: «Maspoli si sfoghi pure con le sue accuse però, se la pensa davvero così, dovrebbe fare i nomi e rivolgersi in Procura per le denunce – considera Rubatto, capogruppo della Lista per Chieri - Non abbiamo mai guardato all’interesse delle persone con questa Variante ma a quello della città».

Ma cosa cambierà con l’approvazione della Variante: a Fontaneto si potrà insediare l’artigianato di servizio, che potrà usufruire anche di spazi commerciali; il recupero del centro storico, grazie alla cessione della capacità edificatoria residenziale (anche su aree oggi a servizi, come in via delle Rosine e via Nostra Signora della Scala); modifiche cartografiche e normative, tra cui la possibilità di spostare cubature anche tra aree di Piano non contigue; l’apposizione di vincoli preordinati all’esproprio in piazza Europa e nella discussa via Santena, il riassetto e il riordino del territorio fuori dal centro attraverso l’edilizia privata, sfruttando cambi di destinazione d’uso da agricolo a residenziale.

Secondo la minoranza, su queste iniziative manca una “regia” generale. E, soprattutto, sono mosse da liberalizzazione e interessi particolari.
 
Tra questi il caso più eclatante sarebbe un terreno agricolo alle Rocche: diventato commerciale per ospitare Civera Edilizia, resterà tale anche dopo la rinuncia della ditta di strada Valle Pasano. A parte la proprietaria che vantaggio c’è in quest’operazione? Maspoli punta il dito contro l’assessore (e ingegnere) Antonio Vigliani. Intanto Pierino Tamagnone (Le-Ali) rivela: «Civera ha chiesto di trasferirsi lì con un altro operatore ma qualcuno, in Comune, lo ha bloccato». Chi è stato? E, soprattutto, perché?
 
Quel che è certo è che la maggioranza non vuole scoprirlo: fino all’ultimo ha cercato di evitare la discussione sull’argomento ma si è poi dovuta piegare alla richiesta di una Commissione urbanistica. Si terrà giovedì, un giorno prima del Consiglio, e sarà ascoltata la versione di Marco Civera, titolare dell’omonimo magazzino. Ma la Variante 28 andrà comunque avanti, qualunque cosa dica.
La Redazione

 

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