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» Variante Parziale 28 al PRGC «

Rilancio di Fontaneto, il vincolo all’esproprio per realizzare il doppio senso di via Santena. Poi tanti piccoli cambi di destinazione d’uso, sia in centro che in periferia: il Consiglio comunale licenzia la versione preliminare della Variante 28. Alla fine il documento viene approvato con diciotto voti favorevoli e sette contrari.

Introduce l’assessore all’urbanistica, Valter Cravero: «Il provvedimento ha tre obiettivi principali. Si parte con l’edilizia privata, attraverso il recupero di fabbricati agricoli in periferia e di aree del centro storico, che torna “vivo”. A Fontaneto, invece, vogliamo attrarre nuove attività, soprattutto artigianali».

Non solo: come rileva Manuela Olia, capogruppo del Pd, potranno insediarsi anche “attrezzature culturali e ricreative”. Considera la consigliera: «Abbiamo paura che l’area industriale diventi come il “45esimo parallelo” di Moncalieri. Sarebbe un danno per il commercio del centro».

Cravero cerca di minimizzare, ma non convince. Poi procede nella sua esposizione: «La Variante prevede anche di modificare il valore delle monetizzazioni per le attività economiche insediate a Chieri e parte di aree BPR già attuate completamente: saranno adeguate a quelle del centro storico. Infine sono previste modifiche normative che rendono più flessibile il Piano regolatore: gli spostamenti di cubatura saranno più semplici per consentire maggiori opzioni ai privati e dare così una mano al mercato immobiliare».

Dopo l’assessore prende la parola Piercarlo Benedicenti, consigliere del Centro democratico: «I chieresi ci chiedevano risposte per sostenere gli investimenti privati, agevolando imprese, artigiani e negozi: la Variante va proprio in questa direzione. Noi abbiamo sempre spinto in questo senso, anche con una mozione presentata lo scorso giugno. Ma bisogna insistere: per esempio, dobbiamo portare a termine la vendita dei diritti edificatori residenziali».

Interviene Angelo Rubatto, capogruppo della Lista per Chieri: «Questo documento recepisce molti punti del nostro programma politico e del Progetto città, soprattutto per il rilancio dell’edilizia – spiega l’ingegnere in un lungo intervento - A Fontaneto si potranno collocare attività commerciali che aiuteranno l’occupazione e, intanto, si allontaneranno dal centro storico. Il quale torna ad avere sbocchi edificatori nuovi dopo anni di declassamento».

Dopo le lodi, tornano a piovere le critiche. I dubbi, però, non arrivano solo dall’opposizione: Piergiorgio Bulgarello (Pdl) ha scelto di non partecipare al voto in contrasto con la decisione di mantenere la destinazione commerciale per l’area delle Rocche in cui avrebbe dovuto trasferirsi Civera Edilizia. Commenta il consigliere: «Avrebbe dovuto ritornare agricola».

La pensa allo stesso modo anche Antonio Maspoli (Pd). Cravero prova a tranquillizzare tutti: «Alle Rocche c’è l’interesse pubblico a mantenere la destinazione commerciale: la proprietà è disponibile a costruire».

Polemiche anche per l’esproprio su via Santena: «Se sarà realizzato, avremo garage e passi carrabili direttamente sulla strada a doppio senso – fa notare Dario Fasano, consigliere del Moderati - Sarà un pericolo per gli abitanti: è proprio necessario il doppio senso di marcia?».

La domanda viene rivolta a Cravero, il quale cede la “patata bollente” al collega Domenico Motta, responsabile dei lavori pubblici: «In questi casi la Variante recepisce soltanto l’esproprio dal punto di vista urbanistico» puntualizza l’assessore all’urbanistica. Motta, invece, non si sottrae e spiega: «Il doppio senso è previsto dal Piano regolatore: noi attuiamo l’intervento di conseguenza, senza violare alcun diritto. C’è bisogno di creare l’anello con via Trofarello e lo sbocco verso via Galatea e quindi corso Torino. E comunque ci sarà il marciapiede davanti ai passi carrabili. Le preoccupazioni di pochi privati non devono bloccare un intervento pubblico più ampio».

La risposta non soddisfa Fasano. E con lui, probabilmente, i residenti di via Santena: «Se proprio si voleva fare il doppio senso, bastava ridurre l’intervento edilizio, evitando di costruire due palazzoni di cinque piani. Così sarebbe rimasto un po’ più di spazio per la strada».

La Redazione



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