Come giudica l’attuale situazione del commercio nel chierese?
“Chieri, a differenza di altre zone della provincia, gode da sempre, per via della posizione geografica, ma anche per la specializzazione dei suoi operatori, di una situazione commercialmente “privilegiata”. Su Chieri gravitano alcuni centri residenziali collinari (Revigliasco, Baldissero, Pino t.se, Pecetto etc) che le permettono di disporre di una clientela qualificata ancorchè affezionata. Ciononostante è innegabile che anche a Chieri la crisi si stia facendo sentire, magari in maniera meno drammatica che altrove, ma pur sempre con risvolti negativi sull’andamento economico della nostra zona”.
La crisi si sta facendo sentire? Soprattutto in quale settore?
“La crisi del settore tessile, cominciata a questo punto da almeno un paio di lustri, si è in questo periodo acutizzata. Alcune aziende storiche hanno chiuso i battenti, altre sono costrette a ridurre la produzione e, di conseguenza, il personale. Gli altri settori industriali, già poco presenti nel chierese, sembrano destinati a scomparire. Ecco quindi che, in un panorama del genere, il commercio e la piccola impresa (mi riferisco in questo caso essenzialmente all’artigianato) sembrano gli unici settori fortemente vitali della nostra zona”.
Cosa chiedete in particolare all’amministrazione comunale?
“Quello che il buon senso suggerirebbe di fare è quindi di puntare, dal punto di vista dello sviluppo economico, su commercio, artigianato e servizi. E questo è quanto chiediamo ai nostri amministratori. Chiediamo loro di mettere in atto una sorta di programmazione per lo sviluppo economico della nostra città, che punti sulla valorizzazione delle risorse, siano esse culturali che enogastronomiche piuttosto che puramente commerciali. Con la presente amministrazione che è in carica da circa sette mesi, abbiamo abbozzato idee, progetti, programmi, nella speranza che questo nostro punto di vista possa essere condiviso, così come pressantemente chiediamo loro di condividere scelte e iniziative che riguardino direttamente i commercianti”.
Avete delle iniziative in programma?
“Abbiamo proposto e messo in atto un primo progetto di valorizzazione del territorio, denominato “Chieri charme e shopping” che, con iniziative pubblicitarie e promozionali rivolte alla provincia di Torino (ma anche alle altre) ha il duplice obiettivo di fare conoscere Chieri e di coinvolgere il più possibile gli aderenti. Intendiamo discutere con l’amministrazione sull’utilizzo dei (pochi) fondi disponibili per fiere e manifestazioni, affinchè l’utilizzo dei denari pubblici abbia una vera ricaduta di tipo economico sul territorio”.
Cosa vi aspettate dall’iniziativa per promuovere il turismo nel torinese, cui ha preso parte anche l’Ascom provinciale?
“Crediamo che il turismo, che alcuni anni fa sembrava impossibile a realizzarsi a Torino, sia ormai diventato una risorsa che si sta consolidando e che vada incentivata. Chieri è a 15 kilometri da Torino, è oggettivamente molto bella e piacevole da visitare, mantiene una identità precisa nell’ambito della provincia e potrebbe essere un vero polo attrattivo se sa gestirsi al meglio”.
Anche a Chieri, ispettori di un ente musicale privato hanno elevato multe a commercianti con la radio accesa nel loro esercizio, chiedendo il pagamento di una semisconosciuta tassa , come è successo a Torino?
“Anche in molti negozi ed esercizi pubblici di Chieri abbiamo avuto la spiacevole visita della SCF che è un consorzio (uno di quanti?) per la riscossione dei diritti fonografici. Al momento abbiamo consigliato a chi è stato visitato di attendere a pagare quanto richiesto, per vedere lo sviluppo della situazione, anche in funzione di un pronunciamento governativo. Certo è che l’idea di essere continuamente tartassati da gabelle e balzelli di ogni genere è molto viva in tutti i commercianti”.
Noria Nalli |