"Il 2 agosto 2007 nella nostra citta, è morto il muratore rumeno Adrian Ioan Crisan, precipitato nel vano ascensore nel cantiere edile dell’ex tessitura Piovano; se per il controllo della sicurezza degli ambienti di lavoro in campo edile, non possiamo che affidarci alle istituzioni preposte, vorremmo sapere quanti siano stati in questi mesi i controlli fatti nei cantieri e nelle ditte che operano nel Chierese e quale realtà lavorativa ne sia emersa."
E' la decisa presa di posizione di Ivano Casalegno, esponente dell'opposizione e capogruppo di Rifondazione Comunista all'interno del consiglio comunale di Chieri. Per far luce sulle condizioni lavorative degli innumerevoli cantieri presenti in città e scongiurare il rischio di altre tragedie, lo scorso 26 settembre, il gruppo del giovane consigliere, presente in Comune con la denominazione "L’altra Chieri possibile – Partito della Rifondazione Comunista", ha presentato una mozione urgente in cui si chiedeva di "promuovere, attraverso il coinvolgimento degli organi competenti (Polizia Municipale, ASL, Inail, OO.SS., Ispettorato del lavoro), l’istituzione di un tavolo tecnico che miri a realizzare un piano coordinato di mappatura del territorio e di controllo dei cantieri presenti in città."
In realtà il documento, in origine, comprendeva anche la richiesta di prevedere una formazione specifica, rivolta agli agenti di Polizia Municipale, sulla legislazione in materia di sicurezza sui posti di lavoro e tra gli obiettivi prioritari della sua attività "il controllo e la vigilanza sulle condizioni lavorative e di pericolosità nei cantieri presenti in città ", ma sono stati eliminati con un emendamento.
"Nonostante la revisione, la mozione è stata bocciata e votata favorevolmente solo dal mio gruppo e da quello dei Comunisti Italiani" - ci spiega rammaricato Casalegno - "la maggioranza, nonostante l'importanza dell'argomento, anche alla luce della recente approvazione della legge, che prevede pene severe per il datore di lavoro che non rispetta le norme sulla sicurezza, non ha ritenuto di dover approvare il documento."
"In effetti è una decisione che sembra incomprensibile, considerata la ragionevolezza delle richieste espresse e la matrice progressista degli esponenti politici presenti in consiglio comunale".
"Una spiegazione si può trovare nell'impegno preso dal sindaco, Agostino Gay, ad istituire una commissione consiliare sull'argomento sicurezza sul lavoro, cui invitare i referenti di tutti servizi coinvolti. Dopo questa generica dichiarazione di intenti, che non ha visto l'indicazione di alcuna tempistica per la sua attuazione, la maggioranza ha considerato superato il documento. Molti quindi non hanno nemmeno partecipato al voto".
Ma le dichiarazioni del sindaco non sono servite a tacitare Casalegno "troppe volte ho assistito all'espressione di queste generiche promesse, su vari argomenti. Ma le buone intenzioni non hanno mai trovato riscontro nella pratica" - ha rincarato il consigliere - "Ora staremo a vedere cosa succede questa volta".
Se la commissione consiliare non verrà istituita in tempi brevi, il gruppo di opposizione si ripropone di dare battaglia in Consiglio, oltre a fare una ricerca sui comuni limitrofi. "Vogliamo scoprire se esistono in altre città dei piani di controllo sull'edilizia e le condizioni di lavoro in generale, che operino in collaborazione con Asl e Inail" - riprende Casalegno - "come rappresentanza politica continueremo invece la nostra campagnia di sensibilizzazione della cittadinanza. Sull'argomento abbiamo anche inviato al Corriere di Chieri, una lettera aperta ai cittadini".
In base a dati forniti dall'Asl 8 di Chieri, nel corso del 2006 sono stati notificati al Servizio Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, oltre 3800 infortuni avvenuti nel Chierese. Il settore più significativo come numerosità di eventi (oltre il 25 % del totale degli incidenti) è quello metalmeccanico, ma gli episodi più gravi si verificano nei cantieri edili. Spesso sono state individuate responsabilità penali per violazione delle norme antinfortunistiche e nel 6 % dei casi l’esito dell’infortunio è un’inabilità permanente o la morte.
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