140 mila euro per riprese, schermi e sistema di registrazione: la Giunta investe per la sala del Consiglio ma l’opposizione non ci sta.
Il bando è già stato lanciato e scadrà il prossimo 3 ottobre. Il capitolato d’appalto prevede l’installazione di: sistema di conferenza e votazione; impianto di diffusione sonora; sistema di registrazione audio; sistema diffusione audio/video per “attico”; sistema di ripresa automatica registrazione audio/video e streaming in tempo reale via web; sistema di registrazione e riproduzione audio/video.
Presidente e consiglieri avranno una postazione ciascuno, con tanto di microfono e collegamento wireless alle altre e al sistema.
Ci saranno anche un maxischermo e tre telecamere motorizzate, in cui saranno proiettati il volto e i dati del consigliere che ha la parola (con nome, cognome e gruppo politico di appartenenza).
La votazione sarà gestita elettronicamente, a prescindere se palese o segreta: per esempio, il risultato delle votazioni sarà visibile sul monitor, «almeno con la visualizzazione sulla mappa della sala (per votazioni palesi), con “diagrammi a torta” e con “diagrammi a barre”», come si legge sul capitolato d’appalto.
Inoltre il privato dovrà installare i supporti informatici necessari per seguire il Consiglio da casa, sia in diretta (streaming) che in differita (podcast).
Nuove soluzioni multimediali anche per la “piccionaia”, il loggione destinati agli uditori: avrà un amplificatore audio, due diffusori acustici e un monitor a cristalli liquidi da 42 pollici.
Attacca Riccardo Civera, consigliere del Partito Democratico, il quale ha presentato un’interrogazione sul tema: «Si poteva spendere di meno invece che acquistare le migliori apparecchiature possibili: ora abbiamo i microfoni che fischiano nelle orecchie, ma c’è una via di mezzo rispetto a spendere per un sistema da 140 mila euro».
Il gruppo di minoranza chiedeva ironicamente all’assessore ai lavori pubblici Domenico Motta se i 140 mila euro non fossero necessari per strade e fossi.
Ma è il collega delegato alla comunicazione, Antonio Zullo, a ribattere a Civera: «Quando abbiamo approvato la variazione di bilancio su questo argomento, a giugno, avevamo spiegato il perché dell’investimento. Ed erano gli stessi consiglieri a chiedere nuovi microfoni e registrazioni audio-video. La Giunta era d’accordo visto che le tecnologie del Consiglio hanno almeno quindici anni».
Ma forse, come proposto dal Pd, si poteva spendere qualcosa in meno e reinvestire il resto dei fondi su altre iniziative, come le politiche sociali «Non si poteva perché si trattava di fondi vincolati. Inoltre per famiglie e lavoro abbiamo già fatto tanto, come dimostrano i numeri: nel 2007, il Comune spendeva 640 mila euro, 507 mila nel 2009 e 800 mila nel 2011, cui si aggiungono i 360 mila stanziati per politiche del lavoro. Il centrosinistra aveva diminuito i fondi per il sociale, noi li abbiamo aumentati».
Ma Civera non molla la presa: «La difesa appassionata dell’assessore parte da una lettura sbagliata: sappiamo che si tratta di fondi vincolati per investimenti, infatti chiedevamo di usarli per rii e strade. Sono necessità più importanti che rendere multimediale il Consiglio comunale. Invece avete scelto di spendere il massimo possibile per questa iniziativa e noi ora ci sentiamo a disagio di fronte ai chieresi».
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