«Vendesi cubature»: il municipio cede i suoi diritti edificatori residenziali. Con l’obiettivo dichiarato di riqualificare le aree in disuso. Anche se l’iniziativa porterà nelle casse comunali dieci milioni di euro più gli oneri di urbanizzazione.
Il bando lanciato dalla Giunta Lancione invita i privati a recuperare fabbricati dismessi o aree libere per costruire nuove abitazioni. L’idea ricorda in parte le Bpr, le trasformazioni di siti industriali in abitazioni che le amministrazioni di centrosinistra hanno utilizzato spesso per le aziende che si rilocalizzavano a Chieri. Per esempio FiDiVi-Aunde, Rigo, Piovano, Brunetti, Saroglia e piu' di recente Cartotecnica Chierese, Vergnano utensileria, Eidos.
La novità è che la proposta del sindaco Francesco Lancione si rivolge a tutti i privati che possono disporre di un terreno o di un edificio e lo vogliono utilizzare per realizzare abitazioni. Quindi anche proprietari di siti industriali dismessi ma non ricollocati in città, diversamente dalle Bpr. Come l’ex molino Berruto di strada Riva e il suo dirimpettaio, il vecchio “dopolavoro” Enel.
Loro presenteranno progetto e descrizione dell’area, mentre il Comune fornirà la cubatura necessaria all’intervento, prelevata dalla capacità edificatoria espressa dal Piano regolatore e non utilizzata. In cambio si chiedono degli standard urbanistici (parcheggi e aree verdi) aggiuntivi.
La base di partenza del progetto è la Variante 20, nella quale era inserita una ricognizione dei diritti edificatori. In totale si è raggiunta quota 150 mila metri cubi: una parte è già stata utilizzata nell’ambito del Progetto città, ma ne restano ancora i due terzi.
Come funziona il bando?
Entro il 15 dicembre, gli interessati dovranno compilare un modulo in cui dichiarano un terreno (o un fabbricato), precisando la cubatura di cui si ha bisogno per effettuare l’investimento. Gli imprenditori avranno carta bianca, anche se dovranno comunque fare i conti con alcuni paletti, come il divieto di costruire in aperta campagna o nel centro storico. Viene da chiedersi dove stia il guadagno per il municipio.
La risposta è semplice: anziché vendere le cubature e incassare direttamente, Chieri otterrà introiti dagli oneri di urbanizzazione aggiuntivi che verranno richiesti al privato: oltre agli standard urbanistici normali, chi usufruisce di questa possibilità dovrà corrispondere un’ulteriore quota, calcolata in circa cento euro al metro cubo, differente a seconda dell’area della città dove si interviene.
Nel caso in cui si riuscisse a vendere tutti i diritti in possesso dell’ente, l’incasso sarebbe di dieci milioni di euro, i quali verrebbero utilizzati per investimenti inseriti nel Progetto città. Ma così si rischia che qualcuno si tiri indietro, trovando l’investimento poco remunerativo. In certi casi il Comune può comunque andare incontro all’imprenditore consentendo di diminuire lo standard aggiuntivo: per esempio, quando si tratta di interventi di demolizione e riqualificazione o di categorie speciali, come edilizia sociale e convenzionata.
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