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» Intervista a Gianfranco Berbiè «
“Frammenti di un improbabile delitto” è il titolo del romanzo, che lo scrittore chierese Gianfranco Barbiè ha recentemente pubblicato per Feltrinelli. Noria Nalli ha intervistato per noi l’autore.

Giorgio, quarantenne, oltre al suo lavoro, ha la passione per la ricerca dei tartufi che pratica nelle campagne piemontesi con la sua cagnetta Brett. Scavando per estrarre un tartufo, vicino a un pilone votivo, trova sotto terra un cofanetto metallico contenente mostrine militari, fotografie e una lettera datata maggio 1945, i giorni successivi alla Liberazione, in cui uno sconosciuto testimone dichiara di aver visto una squadra di partigiani arrestare un marò della RSI che stava tornando a casa. A casa il militare non arriverà mai, nonostante il capo partigiano e il milite fossero amici e dello stesso paese. Giorgio cercherà di andare a fondo di questa vicenda per capire il segreto di questa vicenda, aiutato da tre amici e due anziani reduci, nemici in trincea, ma amici nella vita. In sintesi è l’intrigante presupposto della narrazione.

Le campagne della tua terra fanno da cornice ideale alla storia, un tocco alla Fruttero e Lucentini?

“E' un grande onore essere anche solo sfiorato dal nome della Premiata Ditta Fruttero e Lucentini, i maestri del noir all'italiana. Mi basterebbe aver scritto dieci pagine della "Donna della domenica" per toccare il cielo con un dito, anche se il "giallo" non è il mio genere. Non bisogna farsi fuorviare dal titolo del mio romanzo, "Frammenti di un improbabile delitto" non è un "noir". In quasi tutti i miei racconti c'è un riferimento alla mia terra, la campagna chierese. La conosco bene, l'ho vissuta e la continuo a vivere. E' un patrimonio culturale, un mondo, da cui mi piace attingere per le mie storie”.

Una scelta coraggiosa e controcorrente parlare di partigiani e RSI, solo uno spunto narrativo?

“Sono nato dieci anni dopo la fine della II Guerra Mondiale. Forse mi porto dentro l'eco di parole sentite, di racconti, di orrori. Mi ricordo che da bambino andavo a giocare nei crateri che avevano lasciato le bombe lanciate dai cacciabombardieri americani. C'erano cartelli con il teschio "Pericolo ! Zona da bonificare" e filo spinato dappertutto. Noi, incoscientemente, passavamo sotto e andavamo a giocare alla guerra. Poi un ragazzo saltò su una mina, perse entrambe le gambe e cambiammo posto. Comunque le vicende storico-militari di quel periodo mi hanno sempre interessato molto”.

In questi mesi il Chierese è stato macchiato da alcuni efferati delitti

“Ho sentito solo di una brutta vicenda, un duplice omicidio il mese scorso, ma non credo che il Chierese sia una zona particolarmente a rischio violenza”.

E’ la prima volta che pubblichi per una casa editrice così prestigiosa? E’ stato difficile? Ti dedicherai solo alla letteratura?

“La Feltrinelli ha concluso un buon accordo con "il mio libro.it" del Gruppo editoriale L'Espresso. Si può stipulare un contratto e dare a La Feltrinelli l'esclusiva per la distribuzione del proprio libro in tutte le 98 Librerie Feltrinelli d'Italia. Non è stato difficile. Ero stanco di aspettare risposte e non volevo buttar via denaro con microeditori, che non avrebbero fatto nulla per il mio romanzo. Continuerò a lavorare, o sei Saviano che vende dieci milioni di copie o Faletti, Carofiglio, Camilleri, tanto per fare dei nomi, se nò non ti salvi”.

Sei molto attivo su blog come www.wordshelter.it. Cosa ti ha dato questa esperienza? C'è ancora spazio per il libro cartaceo?

“Word Shelter è stata e continua ad essere una bella esperienza. Un confronto, un relazionarsi con altri scrittori che mi dà molto. Ci sono delle belle penne che partecipano a questo blog, dalla poesia al racconto, è un appuntamento imperdibile per tutti e spero continui a crescere. Anche se come scrittore sono nato sul web, la carta ha sempre un grande fascino”.

Altri lavori in preparazione?

“A settembre uscirò con il romanzo "Il modo" una storia ambientata a Torino, un .."Ultimo bacio" ..formato Mole”.
 
Noria Nalli

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