Una storia avventurosa che evoca misteri e terre lontane d'oriente. Dopo "L'usuraio di Chieri", lo scrittore Amedeo Pettenati propone una nuova avvincente avventura a cavallo tra storia e fantasia letteraria. "Il fratello del sultano" è il titolo del suo nuovo romanzo. Segue una breve intervista all'autore.
"I protagonisti sono due fratelli, entrambi sultani, uno sul trono di Costantinopoli, l’altro novizio domenicano a Chieri. - spiega Pettenati - E’ arrivato nella cittadina del Piemonte perchè è stato rapito nel 1640 dai Cavalieri di Malta e, proprio a Malta si è fatto domenicano. A un certo punto Papa Clemente VII, che sa delle sue vere origini decide di introdurlo nella politica internazionale come antagonista del vero sultano per dar manforte ai cristiani che stanno combattendo".
Una storia vera a Chieri o frutto della fantasia?
"Ho fatto delle ricerche. La vicenda del sultano a Chieri è vera. Per rendere la storia più avvincente ho aggiunto la storia di una giovane turca che per sublimare il suo amore per il protagonista si farà monaca di clausura domenicana. Come è finzione la riconciliazione tra i due fratelli che avviene a Chieri, mentre Vienna è sotto l’assedio dei musulmani".
Il libro ha già avuto un buon successo editoriale? Anche fuori Chieri?
"Sì, è piaciuto molto anche allo scrittore Alberto Bevilacqua che ha lodato la mia narrativa. Le stime sulle vendite sono ancora in corso, ma il romanzo è bello e spero nel passaparola".
Come è nata questa vocazione storiografica?
"La storia è la mia passione. Mi piace la ricerca storica e anche quando invento mi rifaccio a una verosimiglianza manzoniana. Per esempio: non si sa se da Vienna il sultano sia venuto a Chieri, ma è documentato che ha abbandonato l’esercito durante l’assedio".
Il libro è stato presentato recentemente in un incontro a Chieri. Come è andata la serata di presentazione?
"Il giorno non era dei più felici, molta gente era ancora in vacanza. Ma quelli che c’erano sono stati soddisfatti perché ho parlato di un argomento molto attuale come l’Islam".
Cosa pensa della primavera araba e dei recenti avvenimenti libici?
"Bella domanda! Penso che finora si è sempre guardato alla Libia con occhi occidentali, mentre bisognerebbe guardare quegli eventi con gli occhi del musulmano per capire veramente che cosa lo spinge alla rivolta contro Gheddafi. Secondo me, determinante per la rivolta è stato il fatto che il colonnello abbia tradito le leggi dell’Islam".
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