Una mozione e' stata presentata dal PD al consiglio comunale di Chieri, per promuovere il progetto denominato "Corona Verde", che prevede la riqualificazione dei parchi e il recupero a livello naturalistico del lago di Arignano (zona umida più importante della collina torinese).
Noria Nalli ha intervistato l'esponente del PD chierese Paolo Bagna.
Quali interventi potrebbero essere portati avanti per il lago di Arignano e quali sono le sue caratteristiche peculiari?
“Salvaguardare e potenziare una zona umida riveste particolare importanza in quanto in essa si registra la massima concentrazione di forme viventi (biocenosi). Per questo motivo credo sia importante la rivalutazione e il potenziamento dell’invaso di Arignano con annessa la sua valle (Avuglione, Vernone), inoltre è la zona più importante (per estensione ) della collina torinese. Come prima iniziativa bisogna installare una paratia regolabile nell’invaso per aumentare la quantità d’acqua (oggi è quasi una pozza). Si creerebbero cosi ambienti diversificati(nicchie ecologiche) e si potrebbe classificare l’invaso come lago, oggi è configurato come bacino di laminazione. Oltre al discorso di tutela, la zona si presta a un turismo sostenibile, un ‘agricoltura di qualità e, non per ultimo, ad una esigenza di pubblica utilità (incendi, laminazione, irrigazione)”.
Quale importanza potrebbe rivestire la "corona verde" per il patrimonio naturalisitico chierese?
“Aumentare e potenziare le nostre aree verdi con il risultato di aumentare la qualità della vita. Creare una rete di corridoi ecologici per la nostra zona. Il progetto a cui penso si può sintetizzare con il recupero del corso del rio Tepice, il recupero dei Bastioni della Mina (Chieri Centro) riqualificando la zona di De Tommasi (deve spostarsi dal "Centro") e la riqualificazione del rivo Ravetta (inserimento di filari). Con queste iniziative si andrebbero ad aumentare le nostre aree verdi partendo dall’area limitrofa al parco Stella (zona Tre Re). Un primo progetto virtuoso di verde collegato, partendo dal parco Stella (costeggiando il rio Tepice che entra in Chieri), Bastioni della Mina, viale Fasano, zona De Tommasi, area Caselle, viale Diaz, zona Quarini riqualificando le zone agrarie con aree spondali, filari, aree attrezzate, una ciclopista arrivando fino ai Mosi Mosetti. A monte si potrebbe inserire anche un ipotetico intervento del comune di Pino Torinese (Parco della collina di Superga). Un secondo Progetto è l’inserimento di filari e siepi lungo i nostri rii tipo il rivo Ravetta (zona S.Silvestro) andando verso Andezeno-Arignano”.
A livello di partecipazione, cosa chiedete, che tipo di coinvolgimento sperate?
“Chiedo che l’amministrazione di Chieri si faccia parte attiva non solo a parole, ma che coinvolga il territorio e con esso elabori dei progetti per la nostra zona (enti pubblici, privati, associazioni ambientaliste). Chiedo che svolga un ruolo di catalizzatore facendo partecipare attivamente il territorio”.
Il progetto era un cavallo di battaglia della scorsa amministrazione regionale, ritenete potrebbero esserci tentavi di boicottarlo?
“Credo di no, ormai da anni la Regione Piemonte lavora per tale progetto. Forse qualche criticità la si riscontra nel progetto finanziario visti i tagli che il governo ha imposto”.
Attualmente come si presenta la fruibilità paresaggistica delle aree naturali del Chierese?
“Credo che Chieri goda ancora di un fragile equilibrio naturale (conservato grazie alla collina). Il nostro territorio per fortuna si differenzia notevolmente rispetto ai comuni metropolitani (es. Nichelino). Credo che si debba fare uno sforzo culturale a livello di classe politica locale. In questi anni l’ambiente è stato visto troppe volte come un costo, bisogna invece vederlo come un investimento per il nostro futuro, per le nuove generazioni e per la nostra qualità della vita”.
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