Usa il parcheggio per disabili, ma non si scusa, anzi, rincara la dose con attacchi sparsi e difese considerate imbarazzanti anche dai suoi compagni di maggioranza (ndr - sembra di rivivere in piccolo la questione dell'ex-ministro Scaiola del passato governo Berlusconi che, nonostante l'evidenza, dichiarò sempre di non avere la minima idea che qualcuno gli avesse pagato casa).
L’assessore alla cultura Giuseppe Pellegrino ritorna nel mirino un anno dopo le dichiarazioni sui disabili mentali gravi. In un Consiglio comunale aperto, l’avvocato, in quota Pdl, aveva spiegato che alcuni casi non dovrebbero essere seguiti a scuola ma in strutture separate. In quel caso lui e la maggioranza erano riusciti a resistere a una mozione di sfiducia del Pd. E anche agli attacchi provenienti da tutta Italia, oltre che da molti chieresi, presenti in aula al momento della discussione.
Stavolta a chiedere le dimissioni dell’assessore è il neonato gruppo Progettazione chierese, fondato dai transfughi della maggioranza Pino Iannò e Roberto Foglio. Dopo averlo difeso un anno fa, i due consiglieri hanno sancito il loro ufficiale passaggio all’opposizione con una nuova mozione di sfiducia.
Dato, che lo stesso Pellegrino, nella sua arringa difensiva, evidenzia: «Iannò, in passato, mi aveva sostenuto. E ora? Ovviamente dissento da quello che mi viene imputato: è falso è diffamatorio dire che parcheggio abitualmente nel posteggio “giallo” dietro la biblioteca. Come non è vero che abbia mai impedito a un disabile di parcheggiare vantando la mia qualifica di assessore. E’ da rilevare che lo stallo in questione non è correttamente segnalato e forse è per questo che è occupato da non disabili o persone che, pur avendo il contrassegno, camminano benissimo. Nel mio caso, faccio notare che la sosta è diversa dalla fermata, cioè il parcheggio per esigenze di breve durata, come al massimo ho fatto io».
Per sostenere la sua difesa, l’assessore mostra delle immagini di altre auto parcheggiate nello spazio in cui proprio la sua auto è stata “pizzicata”. E poi pubblicata sul Corriere di Chieri. Ma il diretto interessato parla di fotomontaggi, di “congiure” nei suoi confronti da parte della stampa e non si scusa, ribadendo la teoria che, per pochi minuti, non è un’infrazione.
Poi si rimette alla volontà del sindaco: scelga lui se ritirargli o no le deleghe. Le parole di Pellegrino lasciano tutti sgomenti. Prende la parola per primo Fausto Ferrari del Partito Democratico: «Mi sarei aspettato, prima di tutto, una difesa da parte della maggioranza. O almeno un applauso alla fine del discorso». Il consigliere aggiungerà dopo, per chiarire: «Intendevo che sarebbe stato meglio che parlasse qualcun altro visto che le sue parole sono state inqualificabili: chiunque avrebbe potuto difenderlo meglio».
Per il centrodestra è poi Roberto Castella (Pdl) a intervenire in soccorso dell’assessore: «Ha commesso un errore, ma in Italia ci sono migliaia e migliaia di leggi e ognuno di noi ne avrà infrante qualcuna. Come assessore è ottimo e una mozione di sfiducia per un’infrazione è pretestuosa e strumentale: sollevarlo dall’incarico sarebbe una pena sproporzionata all’errore. Chi sostiene che lui si accanisca contro i disabili è in malafede: la questione di oggi non c’entra nulla con quella di un anno fa».
Poi tocca a Cucci dell’Italia dei Valori sostenere Pellegrino, in contrasto con la posizione del partito: «Come assessore è irreprensibile, uno dei migliori. Stiamo discutendo sul nulla e giocando sulla vita delle persone. Il mio voto sarà contrario perché, come sostenuto da Antonio Di Pietro, bisogna dire basta alla “caccia alle streghe”».
Foglio, promotore della mozione insieme a Iannò, spiega: «Sbagliare è umano, ma non si può negare l’evidenza e non sentirsi neppure in dovere di scusarsi. Ci prendete per scemi? Non abbiamo presentato la mozione per un’infrazione, bensì per una mancanza di senso civico. Un assessore deve aver rispetto per le persone». E poi aggiunge: «L’atto di Pellegrino è troppo grave per passarci sopra. Per questo e altri motivi passiamo ufficialmente all’opposizione: non vogliamo più avere niente a che fare con questa maggioranza».
Antonio Maspoli (Pd) rincara la dose: «Dice che lo fanno tutti e quindi lo fa anche lui. Basterebbe ammettere l’errore e non parlare di accanimenti o fotomontaggi: è una difesa politica disastrosa. Non c’entrano le leggi ma capire se una persona è degna o no di rappresentare la città. E io farei fatica a stare in Giunta con uno così».
Per la maggioranza prova a ribattere Vincenzo Caivano dell’Udc, il quale ammette che anche lui si sarebbe aspettato delle scuse: «Io l’avrei fatto: c’è una foto che accerta lo sbaglio. Però su Pellegrino non c’è nulla da dire sul piano politico. Sbagliato sfiduciarlo, non facciamo i puritani».
Iannò: «Un anno fa forse non conoscevo bene Pellegrino – ammette, quasi per motivare la differenza di comportamento a distanza di un anno – Ora ha dimostrato di non aver il minimo rispetto. Dice che vede persone con il contrassegno che poi camminano benissimo: ma lo sa che anche chi soffre di diabete o epilessia ne ha diritto?».
Ronco e Arduino dichiarano di volersi astenere, affidandosi alla scelta del sindaco. E lasciando intendere che si aspettano un’aziona decisa da parte di Francesco Lancione, rimasto in silenzio per tutta la discussione. Inoltre Ronco denuncia «di essere stata minacciata da Rachele Sacco e Luigi Sodano: secondo loro, in quanto condannata in primo grado per una questione di lavoro, non potrei votare contro».
Sacco poco dopo prenderà la parola per ribattere che intendeva sottolineare che Ronco «sa bene che bisogna distinguere vita personale e vita politica». Pasquale Stellato, capogruppo Pdl, interviene ancora per sostenere l’avvocato-imputato ma coglie anche l’occasione per criticare i ribelli Foglio e Iannò: «Sono usciti dalla maggioranza perché non hanno ottenuto quello che volevano. E ora fanno le pulci su tutto. Ma Pellegrino non può essere defenestrato per un “reato” simile. Va giudicato il suo operato e basta: i problemi sono altri, mica va in giro a picchiare le vecchiette».
I veleni interni al centrodestra stimolano i consigliere del Pd Riccardo Civera: «Siamo a disagio per lo psicodramma che si sta consumando. Abbiamo capito che la mozione non passerà, però non vorrei che Pellegrino si consideri salvo: dovrebbe fare un passo indietro per toglierci dall’imbarazzo. La gente ci considera una casta anche perché diamo l’impressione di fare quello che ci pare. Consideri l’ipotesi di fare un passo indietro».
Aggiunge la capogruppo Manuela Olia: «Pellegrino è inqualificabile, come lo sono questi tradimenti e vendette: un’altra dimostrazione delle difficoltà di questa Giunta».
Hanno parlato tutti. Colpisce sempre di più il silenzio del sindaco, chiamato da più parti a prendere un’iniziativa. Non arriverà, come le scuse di Pellegrino. L’assessore riprende la parola alla fine: «Come posso scusarmi per qualcosa di cui non sono convinto di essere colpevole? Ho spiegato la situazione». Anzi: «Grazie a Iannò ho scoperto di essere disabile: sono un malato diabetico».
Si accende lo scontro tra i due: «Si vergogni». «Se ne vada». «Ignorante». «Ci prende in giro». E’ il momento del voto: Arduino e Ronco si astengono, dodici i voti a favore, sedici i contrari. La mozione di sfiducia è bocciata e Pellegrino rimane, ancora una volta, al suo posto. Tra le polemiche, anche all’interno della stessa maggioranza: assessori e consiglieri di centrodestra, sottovoce, considerano inqualificabile il suo comportamento e accetterebbero volentieri la sua sostituzione. Spetterà a Lancione decidere. O rimarrà ancora zitto? |