E' uno degli argomenti più di attualità in questo periodo a Chieri.
Il teleriscaldamento è una delle maggiori innovazioni che investiranno nei prossimi mesi la cittadina. La giunta comunale ha infatti approvato la realizzazione di un nuovo impianto che porterà il teleriscaldamento a tutti i quartieri della città.
Nessuna novità eclatante dal momento che anche l'impianto termico per il Teleriscaldamento chierese sarà alimentato a gas. Per adesso la novità si è "materializzata" nella quotidianità dei chieresi soltanto attraverso l'inconveniente di cantieri, interruzioni della viabilità e lavori in corso (inconveniente non trascurabile in un piccolo centro urbano già angustiato da problemi di traffico e parcheggio).
Ma in cosa consiste in termini pratici cambiare metodo di condurre calore negli edifici e nelle case?
Per rispondere agli interrogativi più frequenti, www.chieri.info realizzerà alcuni servizi di approfondimento su questa importante tematica.
Il sistema è molto diffuso nel Nord Europa, e solo negli ultimi anni si sta diffondendo nel nostro paese. Il primo impianto di teleriscaldamento italiano è stato realizzato negli anni '70 a Brescia, dopo dieci anni un analogo sistema è stato adottato anche a Torino, che vanta la rete di teleriscaldamento più estesa della penisola.
Il teleriscaldamento si basa su un principio piuttosto semplice.
Consiste essenzialmente nella distribuzione, attraverso una rete di tubazioni isolate e interrate, di acqua (calda o surriscaldata) o di vapore provenienti da una grossa centrale di produzione alle abitazioni e ritorno al medesimo impianto.
Le centrali di produzione possono sfruttare diversi combustibili per produrre il calore necessario: gas naturale , oli combustibili, calore, biomassa (sostanze di origine animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate come combustibili per ottenere energia) oppure rifiuti.
La produzione di calore può essere anche associata a quella di energia elettrica: si parla in questo caso di cogenerazione.
"In quanto impianto centralizzato di enormi dimensioni, la centrale di teleriscaldamento è molto più efficiente di qualunque caldaia condominiale: non solo per le tecnologie più avanzate di cui fa uso, ma anche perché, mentre una caldaia piccola (specie se collegata a un solo appartamento) si spegne e riaccende in continuazione man mano che la casa si riscalda e poi raffredda, in una caldaia più grande tutte queste oscillazioni della domanda si compensano a vicenda permettendole di funzionare continuamente alla stessa potenza, il che aumenta di molto l'efficienza.
Inoltre, un grande impianto anche dal punto di vista delle emissioni inquinanti è controllato molto di più di qualsiasi caldaia privata (si ricorda che nel milanese si stima che nel periodo invernale gli impianti di riscaldamento siano l'origine della metà delle polveri sottili emesse, perciò il comune di Milano dal 1 novembre 2005 vieta l'accensione di impianti di riscaldamento alimentati a carbone o olio combustibile).
Perciò il teleriscaldamento, sostituendosi a molte caldaie inefficienti e inquinanti, può costituire un miglioramento energetico-ambientale superiore a quello – già notevole – calcolabile misurando semplicemente le "calorie estratte" (fonte wikipedia).
Fin qui tutto perfetto e l'introduzione anche a Chieri del Teleridscaldamento sembra avere solo delle valenze positive.
Ma la realtà non è così semplice ed il progetto che riguarda la cittadina appare un tema "termodinamicamente spinoso" come lo definisce il forum di Meet up dei simpatizzanti di Grillo del Chierese (BeppeGrillo.meetup.com).
Ne conosceremo meglio i motivi nei prossimi approfondimenti.
Noria Nalli |