Non cessano a Chieri, i problemi e i disagi alla cittadinanza ed i malumori nei confronti dell’amministrazione comunale, causati dai continui lavori in corso, nelle più disparate zone della città. L’ultima segnalazione arriva da un comitato di condomini di via Santena. La questione è stata affrontata anche nell’ultimo consiglio comunale, su iniziativa del consigliere di IDV, Vincenzo Cucci.
Una storia strana e complicata, che fa pensare ad altri scenari politici e storici. Oggetto della contesa, un tratto di via da comunalizzare e l’atteggiamento a dir poco inconsueto, di un funzionario della pubblica amministrazione. “Tutti coloro che richiedono il teleriscaldamento devono cedere un pezzo di cortile o di strada al Comune? ci sono chieresi di serie A ed altri di serie B?" si chiedono i rappresentanti del comitato di residenti in via Santena, che sintetizzano in un documento la loro "storia".
“Via Santena è una strada privata chiusa, lunga circa 200 metri e larga 4, esiste da circa cinquanta anni, vi si trovano otto edifici (tra cui il piccolo condominio del numero civico 5). Complessivamente abitano la via meno di venti famiglie. L'area che le sta di fronte è sempre stata agricola, coltivata finchè all'amministrazione comunale, agli inizi degli anni ‘90, venne la brillante idea di usarla per le Poste e la caserma dei Carabinieri. Entrambi i progetti partirono e furono bloccati dopo qualche tempo, tali rimasero per sedici anni regalando ai residenti di via Santena un enorme cantiere abbandonato, molto simile a quelli del sud Italia mostrati da Striscia la notizia ogni settimana".
I residenti spiegano ancora che nel 2003, un apposito PEC (piano esecutivo convenzionato tra Comune e altri privati interessati a edificare sull'ex area agricola due palazzi con oltre quaranta alloggi) prevedeva la cessione della parte privata di via Santena per creare una strada pubblica aperta di dieci metri, per meglio servire i nuovi insediamenti abitativi.
L'aspetto curioso della vicenda è che nessun proprietario di via Santena fu mai informato o coinvolto nel PEC che pure li riguardava da vicino, tant'è che all'inizio dei lavori (ottobre 2006) nessuno aveva idea di cosa stessero facendo "quelle ruspe davanti a casa". I residenti si sono persino visti rifiutare la planimetria del progetto dall'Ufficio Tecnico. Per ottenerli alcuni di loro hanno dovuto incaricare a proprie spese professionisti di fiducia. Qui comincia l’odissea di quello che, sulla carta, avrebbe dovuto essere un nuovo e tranquillo rione, lontano dal caos e dai disagi del centro storico.
Lavori in corso per dotare i nuovi insediamenti abitativi sull'altro lato della strada di tutti i servizi: ora il comune nega alla palazzina pre-esistente la posa del teleriscaldamento sulla stessa porzione di strada se questa non viene ceduta a titolo gratuito.
“Negli ultimi due anni e mezzo via Santena è stata usata a proprio piacimento dai mezzi in entrata e uscita dal cantiere senza il consenso dei proprietari con enormi disagi (buche, polvere d'estate , fango d'inverno, rumore in gran quantità, spazzatura non ritirata)" – continuano esacerbati i cittadini - "sono anche stati causati danni di varia entità ad alcune abitazioni, alle tubazioni pre-esistenti dell'acqua potabile e del gas. A nulla sono valse le innumerevoli segnalazioni a vigili urbani e ufficio tecnico”.
La questione è ancora più spinosa. "Nel giugno del 2008 il condominio Aurora della stessa via Santena, stipula un contratto con l'High Power per l'allacciamento alla rete del teleriscaldamento che nulla aveva a che vedere con le questioni sopra esposte. Da ottobre 2008 a febbraio 2009 la via viene "completamente devastata", per posare in momenti diversi e con interventi di vario tipo, tutte le tubazioni funzionali ai nuovi palazzi quasi ultimati e già parzialmente abitati. Nello stesso periodo i funzionari comunali e l'assessore ai lavori pubblici Benente, si danno un gran da fare per convincere i primi quattro proprietari di via Santena che è necessario cedere gratuitamente la strada privata per evitare i "grattacapi" dell'esproprio (alludendo a spese legali e catastali e paventando un'eventuale diminuzione di cubatura). Non senza difficoltà, alla fine ottengono l'impegno alla cessione del terreno.”
“Sempre ad ottobre 2008, il condominio Aurora chiede spiegazioni all'High Power circa il mancato allacciamento alla sua rete" – ribadiscono nel documento di protesta - "Ci sentiamo rispondere che il Comune non rilascia i permessi per posare le tubazioni. Verrebbe da chiedersi perché, nello stesso periodo, le tubazioni della SMAT, delle Acque Potabili, del gas, dell'Enel, dell'illuminazione pubblica e forse della Telecom, funzionali agli erigendi palazzi sono potute transitare su quel pezzo di strada ed invece la sola tubazione del teleriscaldamento richiesta da alcuni residenti e "sponsorizzata" dalla stessa amministrazione comunale non poteva essere posata. Viene in mente la famora parodia della Jalappa's Band sui "vecchi abbonati RAI" bistratti in favore dei "nuovi abbonati" ... in questo caso abbiamo nuovi residenti corteggiati e vecchi residenti che sembrano perdere ogni diritto”.
I combattivi abitanti della via ed in particolare l'amministratore del condominio Aurora, richiedono, tramite studio legale di fiducia, una risposta chiara al Comune. “Perché senza avvocati un cittadino non riesce a farsi ascoltare?” – si domandano – “il documento che finalmente arriva il 12 febbraio 2009, a firma del dirigente arch. Borzone, lascia letteralmente allibiti. In soldoni si chiede la strada in cambio del consenso all'High Power per la posa delle tubazioni”.
“A questo punto della storia, possiamo anche ricordare che, ad oggi, la parte di via Santena che precede il condominio Aurora è ancora privata e che tutti i proprietari interessati avevano acconsentito al passaggio del teleriscaldamento, quindi tecnicamente l'High Power potrebbe persino procedere senza consenso del Comune (ipotesi di scuola)”.
“I "vecchi residenti" di via Santena non hanno forse diritto al teleriscaldamento” – concludono amareggiati gli interessati - “Siamo diversi da ogni altro chierese che per oltre 1 anno ha subito le code causate dai cantieri sparsi per la città?”
Nel corso del consiglio comunale del 12 marzo, Il consigliere Cucci di IDV (Italia dei Valori) ha rilevato ed evidenziato l'anomalia, ma il presidente Martano si è premurato di far notare come l'osservazione fosse off-topic (per usare un gergo a noi vicino) rispetto all'ordine del giorno. L'assessore ai lavori pubblici Benente, competente sulla questione, ha ribadito l'incredibile posizione del Comune, "niente teleriscaldamento senza cessione del sedime privato" e con determinazione ha sottolineato che "ora è urgente terminare la strada sino al parcheggio realizzato per il nuovo complesso abitativo, per consentire al costruttore di chiudere il cantiere e vendere gli alloggi”.
A questo punto gli abitanti della martoriata via, si chiedono “Da quando l'interesse di un costruttore viene anteposto a quello dei cittadini?”
Sulla questione è intervenuto anche Il consigliere Tamagnone, per ricordare la necessità di proseguire con l'esproprio, perchè "la viabilità di strada Roaschia ha bisogno di via Santena, in fondo alla stessa è prevista anche la realizzazione di un ponte ed i residenti devono accettarlo".
Una piccola via privata chiusa, dove transitavano 20 macchine al giorno vuol essere trasformata in una strada pubblica aperta (su via Galatea e quindi viale Fiume e c.so Buozzi) di 10 metri dove transiteranno quotidianamente migliaia di macchine per rimediare al collasso di via Fratelli Fea e di strada Roaschia angolo viale Fasano.
Gli abitanti di via Santena sono certi che questa scelta li penalizzi oltremodo, obbligandoli a scontare gli effetti di una "esagerata e mal pianificata espansione urbanistica": "queste scelte si ripercuoteranno sulla nostra qualità della vita e sul valore degli immobili con un sentito ringraziamento a chi lo ha reso possibile (in primis l'assessore Giovannone, l'assessore Benente, il dirigente Borzone) ed a quanti lo hanno realizzato e finanziato (Vaschetti, Sartorelli, ecc...)”.
Noria Nalli
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