Vittime del Terrorismo: un ricordo personale degli anni di piombo
Gli anni del terrorismo: una questione ancora sospesa, una pagina irrisolta della nostra storia…del resto rappresenta un punto interrogativo, una zona sospesa anche nella mia storia personale.
Mio padre era un poliziotto. Andavo alle medie alla fine dei ’70.
Abitavamo a Mirafiori Sud, quartiere operaio, fulcro di molte tensioni. Ricordo lo spiare dalla finestra la fermata del bus, per assicurarmi che non ci fossero auto ferme o sconosciuti ad attenderlo. Ho ben presente il viso sbigottito di mio padre alla notizia dell’attentato vicino alle Nuove, dove erano caduti Salvatore Lanza e Salvatore Porceddu, due ragazzi.. due giovanissimi colleghi cui era legato da un affetto paterno.
Questa tragedia lo aveva particolarmente segnato.
Da subito si era preoccupato che di questi due giovani rimanesse il ricordo e dopo alcuni anni organ
izzò con il sindacato di polizia (Siulp), di cui era tra i membri e i fondatori, una corsa ciclistica intitolata ai due caduti. Ma poco si fece e si è fatto per ricordare le vittime della follia degli anni di piombo.
Dopo un percorso tortuoso sono tornata a scrivere a “fare”, con molta umiltà, la giornalista ed è ancora viva in me la percezione dell’oblio, di un affrettato “voltare pagina” che ha ingiustamente ferito amici e parenti di chi è stato ucciso o colpito dal terrorismo.
Noria Nalli